Malattia da reflusso gastro esofageo: cos’è e come curarla a tavola

Malattia da reflusso gastro esofageo: cos’è e come curarla a tavola

Cos’è il reflusso gastroesofageo?

Il reflusso gastroesofageo si verifica quando c’è una risalita del contenuto gastrico dallo stomaco verso l’esofago, provocando bruciore dietro lo sterno e rigurgito acido. Il passaggio di acido dallo stomaco all’esofago avviene fisiologicamente durante la giornata, soprattutto dopo mangiato. Tuttavia, se questi eventi superano una determinata soglia, in termini di frequenza e durata, e sono assoiati a sintomi e/o lesioni della mucosa esofagea si parla di malattia da reflusso gastro-esofageo (MRGE).

Come si presenta? La malattia da reflusso gastroesofageo si presenta con sintomi cosiddetti “tipici” (bruciore retrosternale, ossia dietro il petto, e rigurgito acido in bocca) oppure con sintomi “atipici”. Il bruciore occasionale viene solitamente gestito con alcuni accorgimenti nello stile di vita, e trattato con farmaci da banco. Quando il disturbo diventa quotidiano, questo può influire decisamente sulla qualità di vita. Nel 30-35% dei casi la malattia da reflusso gastroesofageo si complica con erosioni a livello dell’esofago, ulcere o restringimenti (3-5%), mentre nella maggior parte dei casi non determina lesioni.

Quali sono le cause del reflusso gastroesofageo? La malattia da reflusso gastroesofageo è una malattia che è causata da diversi fattori, come quelli alimentari, anatomici, funzionali, ormonali e farmacologici. Il tono dello sfintere esofageo inferiore (sfintere tra esofago e stomaco) costituisce una barriera pressoria contro il reflusso ed è il componente più importante del meccanismo anti-reflusso. Quando la pressione della zona si riduce, come ad esempio durante il passaggio di acqua o cibo, il materiale acido e non-acido risale dallo stomaco all’esofago (anche in condizioni normali). Se la quantità e la durata del reflusso superano una determinata soglia, si verifica la Malattia da Reflusso Gastroesofageo. La pressione della giunzione tra esofago e stomaco mostra considerevoli variazioni diurne ed è influenzata dalla dieta, dagli ormoni circolanti e da alcuni farmaci. Un aumento della pressione intra-addominale, come nelle persone in sovrappeso e nelle donne in gravidanza, predispone maggiormente al reflusso.

Quali sono i sintomi del reflusso gastroesofageo? I sintomi tipici della malattia sono:

  • Bruciore dietro lo sterno (cosiddetta pirosi retrosternale) che si irradia posteriormente fra le scapole o al collo fino alle orecchie
  • Rigurgito acido (ovvero percezione di liquido amaro o acido in bocca)

I sintomi si possono presentare in modo continuativo durante la giornata, oppure in modo intermittente. Ad esempio, il reflusso può verificarsi al risveglio, dopo i pasti e durante la notte (tipicamente da mezzanotte alle 3 di mattina) o solo in posizione sdraiata e mentre ci si piega in avanti (es. mentre si allacciano le scarpe).

I sintomi “atipici” sono:

  • Sensazione di nodo alla gola con difficoltà alla deglutizione
  • Difficoltà digestive,nausea
  • Laringite cronica, tosse, raucedine, abbassamneto della voce
  • Singhiozzo
  • Asma
  • Dolore toracico (simile a quello di natura cardiaca)
  • Otite media
  • Insonnia

Come si cura? La terapia iniziale per la malattia da reflusso gastro-esofageo prvede:

  • Un’adeguata educazione alimentare e dello stile di vita, con lo scopo di ridurre il peso corporeo se necessario (soprattutto la circonferenza addominale) ed evitando gli alimenti che potrebbero peggiorare l’acidità, tra cui: alimenti ricchi di grassi, cioccolata, menta, thè, caffè, bevande gassate, alcool, agrumi, pomodori, cipolla, aglio, spezie, cibi molto freddi o molto caldi.
  • Adeguate norme comportamentali: preferire pasti leggeri la sera a cena e coricarsi almeno 3 ore dopo aver consumato un pasto, mantenere una postura eretta durante e dopo i pasti, prediligere pasti piccoli e frequenti durante la giornata ed evitare pasti di grossi volumi, mangiare lentamente e masticare adeguatamente prima di deglutire, evitare abiti troppo stretti, evitare il fumo di sigaretta,  non eseguire sforzi fisici dopo i pasti.

 


 

Dott.ssa Giada Di Liberatore – Biologa nutrizionista